A tal fine il Parco della Mandria viene completamente murato e gli architetti regi Barnaba Panizza e Domenico Ferri vennero incaricati di edificare e costituire tutti i fabbricati che potessero permettere al sovrano di praticare la sua attività più amata, quella venatoria.
In facciata al Castello, il più importante tra i fabbricati presenti sul territorio del Parco, vennero realizzati gli ambienti che tutt'oggi costituiscono i bellissimi Appartamenti Reali.
Spaccato perfetto delle scelte e del gusto del sovrano, le oltre 20 sale, aperte al pubblico, mostrano al visitatore tutto il fascino di un grande protagonista del Risorgimento italiano che condivise parte della sua vita privata, proprio al Castello della Mandria, con la moglie morganatica Rosa Vercellana (detta la Bela Rosin) nominata contessa di Mirafiori e Fontanafredda.
Con la morte del sovrano il Parco, il complesso del Castello e tutti i reposoir di caccia vennero acquistati tra il 1882 e il 1887 dalla famiglia Medici del Vascello. Con essi la storia del territorio conobbe una nuova fase di sviluppo sino al 1976 quando la Regione Piemonte acquistò tutto il patrimonio ambientale e architettonico del Parco, istituendo nel 1978 l'Ente di Gestione del Parco Regionale della Mandria.
Dal 1997 il Castello della Mandria, insieme a tutte le altre residenze sabaude piemontesi, è Patrimonio Mondiale dell'Umanità (Unesco).